Casa Gortani, tramandare il futuro

La Casa

La dimora di Michele e Maria Gentile Gortani

Una casa di famiglia, che apre le porte alla comunità.

Casa Gortani è stata la dimora di famiglia di Michele Gortani (Lugo 1883 - Tolmezzo 1966) e sua moglie Maria Gentile Mencucci (Pontebba 1883 – Tolmezzo 1968), l’uomo e la donna ai quali si deve il grande patrimonio etnografico, amorevolmente e pazientemente selezionato e collezionato a partire dagli anni Venti, oggi conservato all’interno del Museo Carnico delle Arti popolari Michele Gortani, inaugurato a Palazzo Campeis nel 1963.

La storia

Il Palazzo Gortani si trova in via Renato Del Din, nel nucleo storico del centro di Tolmezzo, a poche centinaia di metri da Palazzo Campeis, sede del Museo Carnico delle Arti popolari Michele Gortani e a pochi passi da piazza XX Settembre, cuore della cittadina e scenario, già in età medioevale, dei principali organi istituzionali, come il palazzetto comunale e quello della gastaldia, la chiesa di San Martino, destinata a divenire la parrocchiale, e l'antica chiesa di San Antonio Abate: uno dei nuclei più antichi di Tolmezzo, ovvero quello superiore, che si affiancava a quello inferiore, costituito dall'insula tra il Forame e l'attuale via G. Da Tolmezzo, attorno alla chiesa di Santa Caterina.

La posizione centrale del Palazzo si collocava all'interno dell'antica cinta muraria della città, ovvero le mura da cui era circondata Tolmezzo, ora quasi del tutto scomparse, che risalivano alla seconda metà del XIII secolo e avevano uno sviluppo di 1150 metri. Il complesso difensivo era costituito da un muro in pietrame rinforzato da torri e circondato, per la maggior parte del perimetro, da un ampio fossato.

L'edificio, di proprietà della Fondazione Museo Carnico di Tolmezzo, è di significativo interesse non solo per la sua collocazione all'interno del centro storico del centro alpino, ma anche per la sua configurazione architettonica che ripropone la tipologia di palazzo veneto diffusasi a Tolmezzo nel corso del Settecento, espressione dello sviluppo economico che vive la città con il successo delle tessiture di Jacopo Linussio. La costruzione probabilmente realizzata proprio nel Settecento, è documentata anche dalla cartografia ottocentesca: la mappa del Catasto napoleonico conservata presso l'Archivio di Stato di Udine e la mappa del 1843 presente sempre presso lo stesso istituto archivistico. Il Palazzo, oggetto di interventi già alla fine del XIX secolo, è stato interessato da un restauro dopo il terremoto del 1976 che, seppur rispettoso dell'impianto originale, ha modificato la destinazione d'uso del fabbricato, da sede abitativa, Casa Gortani, a Biblioteca della Carnia e sede dell’archivio Gortani e degli archivi di storia locale.

L’architettura

Il Palazzo ripropone le forme del palazzo d'impronta signorile e si presenta nella configurazione odierna come un palazzetto a tre piani fuori terra con sottotetto praticabile, il cui fronte strada ha una larghezza di circa 18 metri, un'altezza di circa 12, 5 metri e una profondità di 1 metri. La facciata è caratterizzata da un massiccio portale ad arco a tutto sesto in pietra bugnata; a destra e a sinistra due finestre di forma rettangolare con semplice cornice in pietra scandiscono il piano terra. Al primo piano, in asse con il portale d'ingresso è collocata una bifora rettangolare con elegante trabeazione raccordata ai lati da due lunghe mensole e decorata più sopra e al centro da due eleganti volute. Alla destra e alla sinistra della bifora due finestre sono poste in asse con quelle sottostanti. Al secondo piano viene ripetuto lo stesso schema con uguale numero di finestre e, infine, un attico chiude la facciata.

I prospetti retrostanti presentano un impianto più semplificato e una scansione regolare delle aperture. Il fronte della controfacciata è caratterizzato da un volume più basso che ospita il fogolar, probabilmente aggiunto successivamente.

Internamente l'edificio presenta un impianto tripartito contraddistinto al piano terra da un androne centrale, attraverso il quale si accede alla corte posta sul retro e dallo scalone in pietra di forma elicoidale frutto degli interventi realizzati nel corso dell'Ottocento. Tale distribuzione planimetrica, con androne collocato in asse con l'ingresso e stanze poste simmetricamente a destra e a sinistra, risponde al modello del palazzetto carnico del Settecento. Quando era abitata dalla famiglia Gortani, al primo piano erano collocati la cucina con il fogolar, il salotto e lo studio-biblioteca del professore, mentre al secondo piano si trovavano le camere da letto.

L’apertura al pubblico

Grazie al progetto "Casa Gortani, tramandare il futuro", Palazzo Gortani diventa un Contenitore Culturale e Creativo aperto a tutti, per la prima volta reso accessibile al pubblico nei suoi spazi, restituendo alla comunità e a tutte le persone interessate un'importante parte del patrimonio storico e culturale di Tolmezzo e della Carnia. L'apertura si terrà nel 2026, al termine dei lavori necessari.

Dare nuova vita a questa Casa significa onorare e portare avanti con convinzione l'eredità, la volontà e la passione di Michele Gortani, proseguendo il suo impegno nel ricordare, conoscere e promuovere la ricchezza del sapere artigianale, un immenso patrimonio collettivo da riscoprire.

Fonte: Relazione storico-artistica della Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Friuli Venezia Giulia

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Michele Gortani è stato una figura di spicco dello scorso secolo. Intellettuale e scienziato, celebre geologo, insegnò nelle Università di Pisa, Torino, Pavia, Perugia, Cagliari e Bologna. Fu il maggiore studioso italiano del paleozoico carnico e in suo onore una famiglia di fossili fu denominata "Gortanella". Oltre all'attività scientifica, fu impegnato anche in politica, prima deputato e poi senatore. A lui si deve l'inserimento negli articoli 44 e 45 della Costituzione di due commi che prevedono provvidenze a favore della montagna e dell'artigianato.

Visita il Museo Carnico e la sala a lui dedicata per conoscere la sua poliedrica personalità.

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